Italiano L2 per sinofoni: tra cultura e lingua

L’articolo pubblicato su Scuola Italiana Moderna n. 2 Ottobre 2022 [Editrice La Scuola] esplora le implicazioni linguistiche e culturali dell’apprendimento dell’italiano da parte degli apprendenti sinofoni e suggerisce approcci didattici appropriati per affrontare tali sfide.

lingua Italiana e Apprendenti Sinofoni

L’insegnamento delle lingue straniere deve considerare i bisogni individuali degli apprendenti e i contesti socioculturali in cui agiranno comunicativamente. Pertanto, i fattori di provenienza territoriale e sociale degli apprendenti, il tipo di contesto in cui si trovano e le abilità linguistiche che devono sviluppare, nonché la motivazione che li spinge ad apprendere una lingua sono tutti elementi essenziali da considerare nella definizione degli obiettivi didattici in quanto il desiderio di comprendere e trasmettere un messaggio è alla base del processo di codifica e decodifica.

Un’indagine condotta da De Mauro e Vedovelli ha identificato tre fattori di attrattività linguistica per l’italiano come seconda o lingua straniera: la tradizione intellettuale, le manifestazioni della società italiana contemporanea e i movimenti migratori. Inoltre, tre tipologie di studenti sono più frequenti: gli adulti stranieri immigrati in Italia, i bambini/ragazzi di famiglie immigrate in Italia e gli studenti universitari stranieri in Italia o giovani adulti con una motivazione generalmente culturale/artistica.

La presenza di studenti sinofoni in Italia

Secondo il Rapporto annuale sulla presenza dei migranti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 2020, l’8,1% degli studenti non comunitari in Italia proviene dalla Cina, con una maggioranza nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado. Anche molti studenti universitari cinesi scelgono di studiare in Italia. Per questi studenti, l’italiano è sia una lingua necessaria per l’integrazione nella società italiana, sia una lingua per lo studio che richiede un alto livello di competenza.

Un approccio didattico comunicativo che considera lo studente come attore primario del proprio apprendimento sembra essere la soluzione più adatta. Tuttavia, poiché gli studenti sinofoni seguono il percorso della loro lingua madre e utilizzano la strategia di trasferimento nella fase di interlingua, potrebbero avere difficoltà a causa delle numerose differenze tra i due sistemi linguistici e culturali.

Le differenze linguistiche

L’italiano appartiene alle lingue indoeuropee, mentre il cinese appartiene alle lingue sino-tibetane, quindi le differenze riguardano tre ambiti: fonologico e fonetico, semantico e lessicale, morfologico e sintattico. È importante comprendere le caratteristiche della lingua madre degli studenti sinofoni per identificare meglio le loro esigenze.

Innanzitutto, occorre sottolineare che il 普通话 pǔtōnghuà, ovvero il cinese moderno standard, ufficialmente riconosciuto come lingua nazionale e utilizzato su tutto il territorio continentale della RPC, ha subito un’evoluzione ininterrotta per circa tremila anni. Nel sistema di scrittura questo processo evolutivo, frutto di molti tentativi di semplificazione e romanizzazione, non ha mai generato un punto di soluzione rispetto alla lingua antica.

La pronuncia del 普通话 pǔtōnghuà si basa sulla fonologia delle parlate del nord della Cina ed è descritta a partire dalla sillaba (probabilmente per influenza della lingua scritta). La sillaba cinese si analizza in iniziale, finale e tono che non ha il medesimo valore pragmatico della lingua italiana. La pronuncia dei caratteri viene trascritta mediante un alfabeto fonetico di 26 lettere latine che è solo un ausilio didattico per insegnare la corretta pronuncia della lingua standard ai bambini e agli stranieri e non costituisce un sistema di scrittura alternativo. Nonostante la familiarità delle lettere latine, il pīnyīn non consente una corrispondenza precisa tra lettere e suoni, bensì ci sono alcune regole che governano la lettura.
Sul piano della sintassi, infine, il cinese è una lingua isolante, in cui le parole non subiscono variazioni morfologiche in ragione del tempo, del modo, del genere o del numero.

Inoltre, pur mantenendo una struttura Soggetto + Verbo + Oggetto come nella lingua italiana, la regola di base che governa la sintassi cinese è che l’elemento che svolge la funzione di determinare si trova sempre a sinistra cioè precede l’elemento che è determinato per cui, per esempio, l’aggettivo precede il sostantivo.

Occhio alla comunicazione interculturale!

È buona prassi, infine, non sottovalutare l’importanza dello scambio interculturale nel confronto con gli studenti di lingua materna sinica.
Nella cultura cinese la comunicazione raccoglie assunzioni implicite ed esplicite e la sua funzione principale è quella di mantenere relazioni esistenti, di rinforzare le differenze di ruoli e di preservare l’armonia nel gruppo. L’interazione verbale è pregna di significati extra-verbali che sottolineno le distinzioni di ruoli secondo una gerarchica sociale caratterizzata dal principio del li 礼, ovvero del rito.

In sintesi, l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera per gli studenti sinofoni richiede un’attenzione particolare alle differenze linguistiche e culturali. Un approccio didattico comunicativo che tenga conto delle esigenze individuali degli studenti è la soluzione più adatta per favorire l’apprendimento.


​​Note Bibliografiche

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​Y. Martari, L’acquisizione dell’italiano da parte di sinofoni. Un contributo alla linguistica educativa, Pàtron, Bologna 2017.​ 

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​P. Nitti, I bisogni linguistici nei corsi di italiano L2 rivolti ad utenti vulnerabili. Un’indagine sui corsi di lingua seconda erogati dai centri di accoglienza in Piemonte, EL.LE Vol. 7 – Num. 3, 2018.​ 

​L. Parolisi, Caratteristiche della comunicazione verbale e non verbale cinese: modi di dire, etimologia e implicazioni culturali, «EXPRESSIO Rivista di Linguistica, Letteratura e Comunicazione», Mimesis, Milano 2021, pp. 95-107 

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